Dipendenza affettiva: come guarire

 Dipendenza affettiva: come guarire

 

Dipendenza affettiva: cos’è e come riconoscerla

“È l’ultima volta che mi faccio trattare così”, “basta, con me ha chiuso”, “come ho potuto arrivare a tanto?”, se ti ritrovi a pronunciare queste frasi in più occasioni all’interno del tuo rapporto di coppia, ma poi puntualmente trovi giustificazioni che ti permettono di portarlo avanti nonostante tu sia infelice, allora probabilmente sei vittima di una dipendenza affettiva.

Se dipendi affettivamente da una persona non hai la forza di uscire da quel rapporto, per quanto distruttivo esso sia, o meglio, la forza necessaria ce l’avresti, ma non percependo di averla non la usi.

È presente in te la profonda certezza di non poter vivere senza il tuo partner, pena l’annullamento di te stesso e l’infelicità eterna. La realtà però è ben diversa, perché i rapporti di dipendenza affettiva sono essi stessi la causa dell’infelicità.

Non esiste persona chiusa in una dipendenza affettiva che dica di essere felice col proprio partner, semmai dice di non poter vivere senza, che è cosa ben diversa. Questo avviene perché nell’altro viene letteralmente ‘depositata’ la propria identità, per cui se l’altro se ne va si viene totalmente annullati, non si esiste più. Il partner andandosene si porta via con sé anche tutto ciò che gli hai inconsciamente affidato: si porta via te stesso.

 

Dipendenza affettiva: come ha origine e come si attiva

Come nasce la dipendenza affettiva? Trova le sue origini nell’infanzia, sia a fronte di eventi o situazioni di vissuto di abbandono, sia a fronte di uno specifico tipo di legame fra i genitori. Vediamoli nel dettaglio.

Può capitare che si sviluppi in tenera età una sindrome dell’abbandono, i motivi possono essere molti: da una malattia che tiene separato il piccolo dalla mamma e/o dal papà a situazioni famigliari e/o lavorative dei genitori particolarmente impegnative, tali da non lasciare tempo né effettivo né affettivo da dedicare al figlio. Ad esempio avere più di un figlio o lavorare molte ore può impedire di passare il tempo adeguato con il piccolo, sia come quantità di tempo sia come qualità di tempo, tale per cui anche quando il genitore è presente è comunque assente, perché ha mille faccende da svolgere oppure è mentalmente stanco e affaticato.

È particolarmente esposto a sviluppare una dipendenza affettiva anche chi ha una coppia genitoriale in cui il padre/marito è assente mentre la madre è essa stessa dipendente dal marito e infelice come moglie mentre come madre tende a coinvolgere nella usa infelicità il figlio, dipendendo anche da lui per la sua felicità e prendendolo a ‘confidente’ delle sue insoddisfazioni.

Come si finisce invischiati in una dipendenza affettiva da adulti? se porti dentro di te questo retaggio infantile, sarai molto sensibile a subire il fascino di persone narcisiste o con tratti narcisistici, persone incapaci di amarti nel senso profondo e vero del termine, ovvero di amare te.

Tu sarai amabile solo come 'estensione' del suo ego, per cui fintanto che sarai esattamente ciò che lui/lei ti richiede andrai bene, ma appena essere te stesso ti porterà fuori dalle sue esigenze sarà pronto a denigrarti e a ritirare in maniera punitiva il suo amore. 

Userà l'amore per te come uno yo-yo: te lo offrirà ogni volta che sarai ai suoi ordini, te lo toglierà ogni volta che non ti conformerai al suo volere. In questo schema tu, dipendente affettivo, sentirai sanguinare ogni momento la tua ferita, perché questa dinamica te la tiene viva. Senza rendertene conto entrerai in un circolo vizioso che come le spire di un serpente ti avvolgeranno sempre più stretto a ogni tentativo di liberarti, fino a soffocarti.

 

Dipendenza affettiva: come uscirne

Si può guarire dalla dipendenza affettiva? Certamente, anche se il percorso è lungo e impegnativo, ma l’alternativa è ancora più complessa, perché vuol dire rimanere invischiati a vita in quell’infelicità.

Ogni cambiamento reale porta con sé del dolore, il punto è che non bisogna aver paura di cambiare, bisogna aver paura di restare così.

Da soli è molto improbabile che si riescano a trovare gli strumenti per uscirne, perché come ogni ‘dipendente’ che si rispetti, anche il dipendente affettivo troverà sempre mille e una giustificazioni per portare avanti la sua dipendenza, con il grande alleato ‘la prossima volta che succede chiudo’, peccato che è sempre la prossima, il famoso ‘domani smetto’.

Una psicoterapia è certamente il modo migliore per affrontare la dipendenza affettiva e guarire, lavorando su se stessi, sulla propria autostima, recuperando il senso di sé e l’amore per sé. Smetti di essere un mendicante affettivo, diventa un Imperatore.

 

Test: hai una dipendenza affettiva?

1.    Non riesco a lasciare il mio partner anche se sono infelice con lei/lui                          si/no

2.    L’idea di stare senza di lei/lui mi è intollerabile perché la mia vita non avrebbe senso   si/no

3.    Ogni volta che trovo la forza di chiudere poi trovo sempre una giustificazione al suo comportamento che mi fa tornare indietro                                                              si/no

4.    Amo più lei/lui di quanto amo me stesso                                                               si/no

5.    Il mio partner ha il potere di farmi stare bene o farmi stare male                              si/no

Se hai risposto affermativamente a 3 o più di queste domande probabilmente sei vittima di una dipendenza affettiva o potresti diventarlo, affidati al consulto di un professionista per valutare come uscirne.

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